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A Vercelli per vedere i Lowlands

03/11/2014

Come accadde che Lidia e Dom andarono per assistere ad un concerto e... commentano un disco

A vedere, appunto, perché grazie all'incompetenza assoluta di un fonico con un impianto sbagliato, di sentire la musica dei LOWLANDS non se ne è proprio parlato.
Peccato perché l'occasione di risentire la chitarra del formidabile Roberto Diana e le belle canzoni dell'intelligente Ed Abbiati era proprio ghiotta: nuovo album, prima data di tour con 3 fiati 3 a integrare la formazione, un bel teatro (il Civico di Vercelli) dove la musica di solito si ascolta bene anche nelle sfumature. Appunto: "di solito", perché stavolta per colpa di un service incapace gli splendidi assoli di Rob Diana abbiamo potuto solo immaginarceli (volume zero assoluto), non abbiamo potuto capire la funzione del mandolinista Alex Cambise (suonava o faceva finta?), ogni volta che Francesco Bonfiglio piazzava un accordo sull'Hammond sembrava un "boom" supersonico, i fiati e la batteria li abbiamo a malapena decodificati. L'unica cosa positiva di questo service è che ci ha dato la possibilità di comprendere la bravura e la precisione di "Rigo" Righetti al basso, in quanto i due sub-woofer ce ne restituivano il suono con un volume più adatto a San Siro che al povero Teatro Civico. Sì, dai!, non puoi mettere 2 sub-woofer da uno zilione di Watt cadauno sotto palco al centro e 2 speakers ai lati esterni in un teatro all'italiana, no, non si fa, lo so perfino io… e puoi avere anche il mixer digitale da 2.500 euri (Berhinger X32) con il wi-fi per il collegamento a palco, ma se non lo sai usare o hai le orecchiette con le cime di rapa… Lidia dice che sono troppo cattivo con il service, ma io dico no: sono loro che sono stati cattivi con noi!
Vabbé, mi sarebbe tanto piaciuto parlare del concerto. Parliamo allora dell'album. Conoscevamo già il loro "Better World Coming", un delicatissimo lavoro tutto dedicato all'opera di Woody Guthrie. E ora "Love etc…": ben registrato, ben prodotto, ben confezionato, una grafica un po' naif, per la serie

"noncerchiamodifareifenomeniatuttiicostiilbelloèfarebuonamusica"

E anche la musica dei LOWLANDS non è alla ricerca di suoni strani, di giri particolari, "svizzeri" come si dice, ma qui sta il suo bello: semplicemente blues, roots, un pizzico di rock, ballads. Non è necessario cercare nei loro pezzi la novità a tutti i costi, ma trovare quella piacevolezza, sempre con un guizzo di originalità, che li rende godibilissimi e riascoltabili un'infinità di volte. Grande la voce di Ed Abbiati, che scrive anche bei testi in ottimo Inglese (merce rara!). Belli gli arrangiamenti che pur nel solco della tradizione musicale anglosassone, hanno a nostro parere un tocco italiano che a noi "ce piace". Gli strumenti dialogano, si sente un affiatamento davvero peculiare tra musicisti di ottimo livello. Per inciso su disco siamo anche riusciti a sentire gli assoli di Roberto e abbiamo capito che il mandolino una funzione nell'economia dei LOWLANDS ce l'ha, senz'altro. Temi classici, atmosfere talora "old style", sempre e comunque gradevolissime, quella musica insomma che ti fa battere il piede, che ascoltata all'autoradio guidando di notte ti tiene sveglio, ti accorcia il viaggio, ti fa stare proprio bene.
Ciao Vercelli.





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